24 Mar Biodiversità, una risorsa imprescind…
Di Francesco Serafini
”Biodiversità” è una parola che compare sempre più spesso nei programmi dei governi e delle agenzie internazionali, man mano che cresce la preoccupazione per la conservazione della biodiversità e per l’irreparabile perdita di alcune specie. Nel caso dell’olivo esiste un reale pericolo di erosione genetica, dovuto alla tendenza crescente ad utilizzare un numero sempre più ristretto di varietà.
Nel mio percorso professionale ho avuto l’onore di lavorare per 23 anni presso il Consiglio Oleicolo Internazionale (www.internationaloliveoil.org) dove ho assunto il ruolo di capo del dipartimento di ricerca sviluppo e ambiente. In questo ambito sono stati realizzati molti progetti nei paesi membri di questo prestigioso Organismo intergovernativo.
Uno dei progetti più importanti e forse quello al quale sono più affezionato, è stato il progetto RESGEN: progetto per la conservazione, caratterizzazione, raccolta e utilizzazione delle risorse genetiche dell’olivo.
Olivi nelle colline italiane
IL PROGETTO RESGEN
Francesco Serafini alla COP 22 in Marocco
Inizialmente pensato come iniziativa congiunta dell’Unione Europea e del Consiglio Oleicolo Internazionale per raccogliere, caratterizzare e conservare la biodiversità genetica dell’olivo nei paesi produttori della Comunità, il progetto è stato poi ampliato ad altri paesi e in totale sono stati 22 quelli che parteciparono: Albania, Algeria, Argentina, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Iran, Israele, Italia, Libano, Marocco, Montenegro, Portogallo, Siria, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia, e Uruguay. Il progetto mirava a preservare la ricchezza della variabilità genetica dell’olivo in collezioni nazionali di referenza per il progetto e in tre collezioni internazionali.
LE QUATTRO COLLEZIONI INTERNAZIONALI
L’obiettivo del progetto era effettuare prospezioni in campo per recuperare il germoplasma non ancora identificato e studiare questo patrimonio genetico. La portata di questo progetto è stata quindi molto ambiziosa.
Sono state create ventidue collezioni di riferimento del progetto nei 22 paesi partecipanti, e tre collezioni internazionali, precisamente a Cordova (Spagna), Marrakech (Marocco) e Izmir (Turchia).
Quest’anno un’altra collezione internazionale si è unita ed è stata riconosciuta dal COI come tale. Tale collezione internazionale è ubicata in Argentina a San Juan. I Paesi partecipanti al progetto hanno quindi moltiplicato le loro varietà caratterizzate morfologicamente, e le hanno inviate alle collezioni internazionali.
Adesso, in vista dell’evidente cambio climatico che il nostro pianeta sta sperimentando, la conservazione e lo studio della biodiversità dell’olivo, assume per tanto un ruolo prioritario e sarà sicuramente una delle chiavi per affrontare il problema.
Il Banco Mondiale del Germoplasma di Cordova
L’IMPORTANZA DEL TERMOPERIODO E DEL FOTOPERIODO
L’identificazione di caratteristiche specifiche che consentono alla pianta d’olivo di resistere a eventi meteorologici estremi, variazioni di temperatura e malattie consentirà agli agricoltori di piantare varietà di olive più resistenti in futuro. Voglio ricordare che affinché una pianta si sviluppi e soprattutto produca, tra i parametri da prendere in considerazione ve ne sono due che assumono un’importanza fondamentale:
Banco Mondiale del Germoplasma di Cordova
Il termoperiodo, ossia la variazione annuale, giornaliera e aperiodica della temperatura dell’aria, e il fotoperiodo, ossia l’insieme dei processi che permettono alle piante di regolare le proprie funzioni biologiche utilizzando il numero di ore di luce disponibili durante l’anno. L’olivo è una pianta meravigliosa, può resistere a climi fortemente aridi come è il caso della varietà tunisina Chemlali che forma la “foresta” di Sfax e dove in questa regione la precipitazione media non supera i 230mm/anno. L’olivo però resiste anche a climi freddi con temperature che arrivano a -7 ºC. Questo meraviglioso e unico patrimonio genetico è quindi una incredibile risorsa.
CONCLUSIONI
Il miglioramento genetico per la costituzione di nuovi genotipi capaci di affrontare questa “sfida” climatica sarà uno degli obiettivi più importanti.
Esistono oltre 2000 varietà conosciute di olivo che si sono sviluppate e adattate ai climi più diversi. Tuttavia, anche se la produzione mondiale dell’olio d’oliva e delle olive da tavola è rappresentata per un 95% da non oltre 150 varietà, la conoscenza e lo studio del patrimonio genetico della specie olea europaea offre soluzioni che potranno dare continuità all’olivicoltura in un futuro che, possiamo affermare, è già alle porte.
Francesco Serafini ha lavorato per 23 anni presso il COI come capo del dipartimento di ricerca sviluppo e ambiente.. Attualmente è presidente dell’associazione The Garden of Peace e presidente onorario dell’Associazione olivi millenari dell’Andalucia.
Francesco Serafini al Banco Mondiale del Germoplasma di Cordova
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